Propaganda Rosa

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  1. Davide.4.
     
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    " Fuori di qui... si è nel mare aperto, senza bussola e senza rotta.
    Qui c'è il Faro. Potenziamone la luce...
    " Rino Barnart

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    image PREMESSA

    Quella che segue, è una vasta raccolta di articoli di giornale.
    Ho deciso di aprire questa sezione, per mostrare a cosa è sottoposto, quotidianamente, ogni maschio occidentale.

    Articoli che violentano l'essenza stessa del maschile.

    Ogni rigo è una pugnalata al cuore, almeno per chi ha ancora dei sentimenti.
    Ogni sofferenza maschile è motivo di scherno, derisione ed umiliazione.

    Trattati come bestie.

    Siamo il nemico da sottomettere con ogni mezzo.

    In queste pagine verrà riportato tutto quello che si cerca di nascondere, la misandria dei mass media.

    E' difficile da accettare, molti preferiscono far finta di nulla. Fuggire.
    Credere che sia tutta un'invenzione.

    La verità è una tazza di veleno.

    La misandria esiste ed è parte integrante della nostra società.



    Scritto da : Davide

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    " Uno degli impliciti, seppur non ammessi, pilastri del femminismo è stato un fondamentale disprezzo per i maschi " Wendy Dennis (scrittrice)

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    Frasi estratte dall'articolo : L’autocoscienza di essere donna

    Il femminismo è l’unica rivoluzione che non ha mai sparato un colpo e ha vinto molte battaglie ”, esordisce la storica direttrice di Quotidiano donna, Emanuela Moroli, ora presidente dell’associazione Differenza donna nella Casa - la legge sul divorzio (‘70), sul diritto di famiglia (‘75) sull’aborto (‘78), sulla violenza sessuale (‘96) e così via”, rammenta la giornalista in uno slancio di foga, riverberato dalle passate lotte di piazza. ” Il femminismo non è mai morto – incalza dai suoi capelli ramati - è molto più presente di quanto sembra: è entrato nelle istituzioni migliorando la qualità della vita delle donne.

    ( http://www.uniurb.it/giornalismo/lavori200...o_non_muore.htm )

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    Abbattere il Mito del XXI Secolo: denuncia dell'ideologia femminista

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    Per decenni si è creduto che gli obiettivi del femminismo fossero uguaglianza dei poteri e delle responsabilità, pari dignità e pari valore, libertà nelle relazioni e gioia nei rapporti. Si è creduto che fosse un progetto animato dalla benevolenza nei confronti degli uomini, dal rispetto delle verità naturali, dal desiderio di un mondo più libero e più giusto. Non si è voluto vedere che si trattava di un'ideologia nata dal risentimento e dalla volontà di rivalsa che ha operato la fusione, inverosimile ma vera, di un perfetto razzismo di Genere - la superiorità morale femminile - con un neobolscevismo rosa che nega la natura ed espropria gli uomini dei frutti della loro vitalità, del loro coraggio, dei loro sacrifici. Caduto ogni ingannevole velo, è giunta l'ora di denunciare questo Mito del XXI Secolo come nuova ideologia dell'odio generato dallo spirito di vendetta, dall'invidia e dal rancore.

    Cosa vuole U3000 ( http://www.uomini3000.it/228.htm )

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    Frasi estratte dall'articolo : La casa è mia e la gestisco io

    In un altro luogo, meno visibile dei precedenti, si respira un’aria fatta di interminabili riunioni politiche e bivacchi femministi: è la sede del Cfs (Centro femminista separatista), ex ristorante Benito e poi Le sorellastre. Si accede da via San Francesco di Sales.

    Da noi gli uomini non mettono piede – ribadisce senza esitazione la romagnola Giovanna Olivieri, responsabile degli Archivi lesbici italiani (Ali) e testa del Cfs – trovano il divieto discriminatorio, forse perché sono abituati ad avere accesso ovunque”.

    Perché farli entrare? – tuona dall’Affi (Associazione federativa femminista internazionale) la sua presidente, Edda Billi – loro hanno il mondo. La casa degli uomini è tutto: il Parlamento, i tribunali e così via”.
    La sua voce roca, probabilmente dovuta al tabacco che rulla senza sosta, rincalza: “Ho sempre sognato una casa del femminismo – dice con la grinta che l’ha sempre contraddistinta – dove davvero la donna avesse la possibilità di esistere al di là delle pari opportunità. Questa oggi è la casa dell’associazionismo femminile”.


    ( http://www.uniurb.it/giornalismo/lavori200...omini_fuori.htm )

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    Famose Citazioni Femministe

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    " Ritengo che l'odiare i maschi sia un onorevole e vitale atto politico, gli oppressi hanno il diritto di odiare l'intera classe che li sta opprimendo " Robin Morgan, Ms. Magazine Editor.

    " Non ho la più pallida idea di quale ruolo rivoluzionario i maschi bianchi eterosessuali possano avere, visto che essi sono l'incarnazione stessa di un potere rivoluzionario basato sui propri privilegi. D'altra parte, ho comunque parecchia difficoltà a capire cosa in genere gli uomini potrebbero fare riguardo questa questione. A parte iniziare a fare tutti i lavori degradanti che le donne hanno fatto per generazioni, magari potrebbero anche suicidarsi in massa ? No, non volevo davvero dire questo. Invece si, volevo proprio dir questo. "
    Robin Morgan

    " Definire un uomo come un animale e fargli un complimento; l'uomo è una macchina, un vibratore ambulante. " Valerie Solanas, Authoress of the SCUM Manifesto

    " Io voglio vedere un uomo picchiato a sangue e con un tacco a spillo conficcato nella sua bocca, come una mela nella bocca di un porco " Andrea Dworkin

    " Domanda: La gente crede che lei è ostile agli uomini.
    Risposta: Lo sono.
    " Andrea Dworkin

    " Le donne hanno le loro colpe. Gli uomini ne hanno solo due: tutto ciò che dicono e tutto ciò che fanno " Popolare Graffitto Femminista

    " Quando una donna raggiunge l'orgasmo con un uomo lei sta solamente collaborando al sistema Patriarcale, erotizzando la propria oppressione... " Sheila Jeffrys

    " L'unica cosa a cui son buoni gli uomini è per scopare, e per investirli con un camion. "
    Dichiarazione fatta da un'amministratrice Femminista della Maine Univiersity, quotata da Richard Dinsmore, il quale poi vinse una causa civile contro l'università per un totale di 600,000 dollari.

    " Non voglio mettermi nella condizione di spiegare a un bambino maschio di 9 anni il perchè io sono convinta che sia OK per le bambine di indossare magliette che rivelino la loro superiorità nei confronti dei bambini maschi " Treena Shapiro

    " Noi siamo, come genere, infinitamente superiori agli uomini. " Elizabeth Cady Stanton

    " Gli uomini sono di un altro pianeta, mandati qui in astronavi per copulare con le abitanti femmine del pianeta terra e propagare la specie- una missione per il quale la scienza li ha adesso resi del tutto inutili. Dobbiamo solamente tenere un gruppetto di donatori in una fattoria per lo sperma, dove potranno sussistere mangiando pizza e bevendo birra. "
    Rosie DiManno, giornalista del Toronto Star, Alberta Report, Gennaio 11, 1999, pag. 31

    " Gli uomini devono essere ridotti e mantenuti ad una percentuale di circa il 10% della razza umana " Sally Miller Gearhart

    " MASCHIO: ... rappresenta una variante o una deviazione della categoria della femmina. I primi maschi erano mutanti, il sesso maschile rappresenta una degenerazione e una deformazione di quello femminile.

    UOMO: ... una obsoleta forma di vita, una creatura ordinaria che ha bisogno di essere controllata. Un polemico uomo-bambino. "
    Estratto da un Dizionario Femminista (ed. Kramarae and Triechler, Pandora Press, 1985)

    ( http://antifeminist.altervista.org/risorse..._femministe.htm )

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    SESSUALITA' MASCHILE - PERVERSIONE

    La società patriarcale è basata sul rapporto autoritario-sfruttatore e la sessualità è di tipo sado-masochista. I valori del potere, del dominio dell'uomo sull'altro, si riflettono nella sessualità dove storicamente la donna viene data all'uomo per il suo uso. Anche il linguaggio sessuale incorpora questo concetto: non a caso si dice che l'uomo "prende" la donna e lei "si dà" a lui, oppure che l'uomo "possiede" la donna. L'idea della donna come proprietà dell'uomo è basilare alla sua oppressione ed è spesso l'unica proprietà permessa dagli uomini dominanti agli uomini che loro sfruttano. La stessa espressione "classe proletaria" significa "colui che possiede la prole" e va da sé che significa anche "colui che possiede il mezzo" ossia la donna per produrre la prole. In altre parole la donna viene data all'uomo (sfruttato) come compenso per il suo stato di nullapossidente. Inoltre le frustrazioni dell'uomo come essere subordinato in un rapporto di potere vengono attenuate dalla possibilità di trasformarsi da oppresso in oppressore. Il mutamento della sessualità in un modello sado-masochista di potere e di sottomissione, vuol dire che in effetti nel mondo maschile quella che viene definita ''sessualità" altro non è che perversione. La frigidità maschile, ossia l'impossibilità di esprimere un'autentica sessualità è fondamentale per questa perversione. L'uomo tenta di mascherare questa sua frigidità attraverso un comportamento definito "virile" e "attivo" e che in realtà è un concetto ideologico per mistificare la violenza.

    Nella società patriarcale la virilità è uguale alla violenza.

    Il simbolo della virilità, IL FALLO ERETTO, è quindi simbolo della violenza. Ma nella misura in cui virilità=violenza non è una forza vitale, ma solo paravento della vera frigidità, l'erezione del pene non è segno di vitalità sessuale, ma solo riflesso condizionato. L'uomo, mentre cerca di nascondere la propria frigidità, tenta di costringere la donna ad una frigidità scoperta ed accettata. La donna deve essere l'oggetto inerte e passivo che plasmato e manipolato con la violenza, darà l'illusione di vigore all'uomo frigido. Questo comporta la totale oppressione della sessualità della donna e della sua stessa identità. Sopraffare la sessualità della donna vuol dire schiacciare la sua vitalità, la sua creatività, creare in lei il masochismo che la rende oggetto più facile da sfruttare. L'autentica sessualità è la spontanea reazione agli stimoli sia psicologici che fisiologici che si gestiscono per ottenere un piacere sessuale ed è anche la presa di coscienza di tutto il corpo come fonte di creatività sessuale. La spontaneità e la capacità di gestire il piacere sono indispensabili a questa creatività e non possono esistere nella società patriarcale dove vengono represse per canalizzare la spinta sessuale in una perversione basata sulla violenza, la paura e la frigidità. Noi denunciamo come la più nuova forma di oppressione della donna il concetto di "rivoluzione sessuale", dove la donna viene indotta a passare da oggetto di uno ad oggetto di tutti e dove la pornografia sado-masochista nei films, nelle riviste, in tutti i massmedia che brutalizzano e violentano la donna, viene contrabbandata come un trionfo della libertà sessuale. Questa è la libertà per la donna nello stesso senso della libertà intesa dai nazisti quando scrivevano sulle porte di Auschwitz: "Lavoro è libertà". Scoprire che l'oppressione sessuale è il perno del potere maschile rendendoci diverse da qualsiasi gruppo oppresso, è stato possibile solo quando abbiamo cominciato a renderci autonome da tutte le strutture e le ideologie di oggi.

    MOVIMENTO FEMMINISTA ROMANO

    FONTE : http://www.nelvento.net/archivio/68/femm/maschio.htm

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    ELIMINARE LA RAZZA MASCHILE


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    1) FOCUS : UN MONDO SENZA MASCHI
    2) SPROX: "LE SCARPE SUPERIORI PER IL SESSO SUPERIORE"

    1) Niente uomo, niente bisogno di estetista: quindi fine di pulizia del viso, di ritocco sopracciglia e di ceretta Totale risparmiato al mese: 120 euro.

    2) Via le creme contro i cuscinetti e la cellulite,. evviva le maniglie dell'amore e le cosce belle pienotte! Risparmio mensile: 30 euro.

    3) Basta massacranti sedute in palestra per tonificare: abbandoniamoci alla forza di gravità. Risparmio al mese (senza calcolare la quota di iscrizione): 80 euro.

    4) E non serve più nemmeno il parrucchiere, con le estenuanti sedute per la tinta e il ritocco perché tu sei nera mediterranea ma a lui piace la bionda platino. Risparmio: 100 euro.

    5) Niente più intimo sexy: bei mutandoni girocollo comodi e caldi! Risparmio: 150 euro circa.

    6) Niente più scarpe con tacco alto, ma calde babbucce. Risparmio: 150 euro.

    7) Basta lampade facciali o trucco per mascherare l'aspetto cadaverico. Risparmio medio: 50 euro.

    8) Niente più French manicure (pare che nessuna donna che si rispetti possa farne a meno se vuole sentirsi impeccabile). Risparmio: 40 euro.

    9) Niente più spese per farmaci che ci aiutino a riposare un po' più serene, dimentiche dell'incubo-maschio: Risparmio: 30 euro circa.

    10) Ultimo e più importante: il vantaggio di poter fare a meno della psicoterapeuta. Perché è impossibile terminare una relazione sentimentale senza doverci ricorrere. Risparmio: 250 euro.

    In considerazione del fatto che non sono state considerate altre voci (shopping, trattamenti termali, dietista, pillola, etc.), si arriva comunque a 1000 euro mensili di risparmio netto che, moltiplicati per i mesi dell'anno, fanno la bellezza di 12.000 euro.

    Insomma, Vanity Fair dice che, per non buttare soldi, basta buttare il maschio!


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    01) GLI OCCHI NERI SONO DI SUO PADRE.
    02) LO FA ANCHE PAPA'.

    Manifesti, promossi dalla commissione di Brescia, per le " Pari Opportunità "

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    Valerie Solanas

    - MANIFESTO PER L'ELIMINAZIONE DEI MASCHI


    Frasi estratte dall'articolo : Andy Warhol (biografia)

    Il 3 giugno 1968, un'artista frequentatrice della Factory, Valerie Solanas, sparò ad Andy Warhol e al suo compagno di allora Mario Amaya. Entrambi sopravvissero all'accaduto, anche se Andy Warhol in particolare riportò gravi ferite e si salvò in extremis. Valerie Solanas dichiarò di aver sparato perché Warhol aveva troppo controllo sulla sua vita: successivamente scrisse anche una sceneggiatura dell'accaduto proponendola addirittura allo stesso Warhol, che rifiutò categoricamente. Le apparizioni pubbliche di Warhol dopo questa vicenda diminuirono drasticamente.

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

    ( http://it.wikipedia.org/wiki/Andy_Warhol )

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    Propaganda

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    La propaganda è un tipo di messaggio mirato a influenzare le opinioni o il comportamento delle persone. Spesso, invece di fornire informazione imparziale la propaganda è deliberatamente mistificatoria o fa uso di fallacità che, sebbene talvolta possano risultare convincenti, non necessariamente si rivelano valide. Ma in cosa consiste esattamente "la propaganda"? Il carattere fondamentale della propaganda dei nostri giorni, ma applicabile anche al passato, è che i "media", oltre a "divertire, intrattenere e informare", abbiano il compito di "inculcare negli individui valori, credenze e codici di comportamento atti a integrarli nelle strutture istituzionali della società di cui fanno parte". In parole povere, una società caratterizzata da determinate strutture economiche, sociali e istituzionali, avrà bisogno di media che non vadano a interferire con tali strutture; al contrario, saranno chiamati a rafforzarle. E questo è particolarmente evidente nei casi in cui le elite politiche ed economiche della società in esame siano in grado di controllare direttamente i mezzi di comunicazione. I media hanno dietro, generalmente "grosse imprese economiche, controllate da persone molto ricche e da altre forze orientate al mercato e al profitto, o verso una fede politica". Dunque, l’informazione fornita da quei media che sono maggioritari (è bene ricordarlo) non potrà non risentire degli interessi di chi li finanzia.

    In tardo latino, propaganda significa "cosa da propagare" o "che deve essere diffusa".


    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

    ( http://it.wikipedia.org/wiki/Propaganda )

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    I COMPORTAMENTI DEGLI UOMINI

    Gli uomini hanno smarrito la loro identita'. Messi all'angolo dalle donne, non sembrano piu' in grado di reagire. Sono intimiditi, incapaci di mantenere un rapporto stabile rispondendo alle richieste provenienti dall'universo femminile. Il loro ruolo nella societa' si e' fortemente indebolito. Anche se continuano ad occupare posizioni di rilievo appaiono insicuri e inquieti. Hanno paura di misurarsi con le donne in carriera. Sono queste i primi dati dai quali prende le mosse lo psichiatra e sessuologo Willy Pasini nel saggio ''Uomini da amare. I maschi di oggi: capire e gestire mariti, fidanzati, compagni'', pubblicato dalla casa editrice Mondadori.

    Il modello maschile tradizionale attraversa una crisi profonda e forse irreversibile. Di fronte alle loro debolezze i maschi reagiscono spesso con violenza. Riversano tutta la loro insofferenza sulle dinamiche di coppia e sulla famiglia. Le regole sociali vengono ancora rispettate. Eppure, le relazioni tra gli uomini e le donne sono in difficolta' e non vengono rispettate piu' le regole di una volta. ''Le donne non capiscono gli uomini -scrive Willy Pasini- ma gli uomini non capiscono se stessi. Nella sfera pubblica la forza dei maschi e' ancora dominante e, benche' non abbia piu' l'arroganza di un tempo, la 'razza padrona' detiene ancora il potere. Nella sfera privata, invece, il maschio sembra una specie in via d'estinzione''. Ma non solo. Gli uomini reagiscono alle loro difficolta' con una certa apatia abbandonando la classica intraprendenza che dovrebbe caratterizzare la loro indole. Un'apatia che si coniuga anche con la passivita'. Gli uomini, spiega Pasini, non cambiano i loro comportamenti e si chiudono sulle loro posizioni senza cercare di dialogare con la 'controparte'.

    Grazie alla sua esperienza, Pasini inquadra i problemi degli uomini offrendo loro nuovi modelli ai quali ispirarsi. In questa prospettiva, egli studia le caratteristiche di alcuni personaggi della mitologia greca che si sono distinti in virtu' della loro forza. Nelle pagine del libro, dunque, sfilano Achille, il guerriero forte e saggio, Ulisse, il viaggiatore coraggioso, e Chirone, il centauro educatore di eroi. Esempi che dovrebbero aiutare gli uomini a coltivare nuove relazioni con le donne. Relazioni basate su una visione piu' aperta del rapporto interpersonale e sulla capacita' di rinunciare ad una parte di se'.

    WILLY PASINI


    25\02\2007

    FONTE : http://blog.libero.it/taniarocha/2339723.html

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    L'imbecillità maschile

    Le donne sono stanche di vedere polizieschi, film di assassini psicopatici e stupri di ogni genere nelle grandi città. Siamo stanche di vedere la donna raffigurata come l’essere stupido della specie e non sopportiamo più i film di guerra che Hollywood continua a proporci, come quelli sulla I Guerra Mondiale, sulla Guerra della Corea, sulla II Guerra Mondiale e sul Vietnam. I filmi che ricordano il conflitto del Vietnam sono quelli che più ci torturano. Senza poi parlare di quelli di guerre di fantascienza o di qualsiasi altra guerra senza senso che gli uomini hanno fatto e ancora vogliono proporci. Se le migliaia di rotoli di pellicole usati per il cinema e la televisione avessero insegnato all’uomo che le guerre sono il massimo esempio dell’ignoranza e della violenza maschile, sarebbe valsa la pena di aver speso tanto denaro. Ma si sa molto bene che le guerre del passato non hanno insegnato niente. Unico obbiettivo è quello di mostrare quanto l’uomo sia macho con un fucile in mano e come sia possibile guadagnare soldi con tanta sofferenza mostrata con banalità. Con rare eccezioni questi film servono solo a fare propaganda all’ imbecillità maschile, ai i suoi atti di estrema violenza, mentre il pianeta continua con le sue guerre e loro non hanno ancora imparato a comportarsi come essere umani.

    Pellicole di guerra e violenza continueranno a produrre nuove generazione di uomini violenti. Le scene di violenza a cui i ragazzi assistono quotidianamente alla tv vengono interpretate da loro come attitudine “normale”. Per questo, non dobbiamo stupirci se nei telegiornali vediamo ragazzi impugnare una pistola e uccidere i propri professori e compagni di scuola. Sono cresciuti vedendo che la violenza è un atto normale del comportamento maschile. La televisione mostra che quando qualcuno ci crea paura o sofferenze si prende un revolver e si elimina il “problema”, dimenticandosi di enfatizzare il valore della vita umana. Nel cinema, il 95% delle pellicole mostrano storie in cui gli uomini sono in situazioni di comando, violenza e potere. La televisione non sfugge a questa regola, ma al contrario, assistiamo ogni giorno all’utilizzo delle donne come bambole di carne in programmi che mortificano l’intelligenza e i doni artistici femminili.

    In qualsiasi canale televisivo del mondo la donna viene considerata un essere di seconda categoria, ma ciò avviene soprattutto nei paesi dell’America Latina, in Portogallo, Spagna e Italia. In questi paesi assistiamo a programmi in cui la scarsità della mente e la bellezza del corpo femminile sono il tocco speciale degli show. Le donne, in questi stupidi programmi, sono mostrate volgari, stupide e dolcemente sottomesse all’uomo. Modelle, attrici, ballerine, cantanti e presentatrici continuano ad essere strumenti del potere maschile. Vediamo queste donne permettere che la propria intelligenza sia mortificata in favore dell’utilizzazione del corpo per il piacere del maschio, rinforzando così il messaggio del maschio che comanda le menti e i loro corpi. E’ purtroppo vero che programmi televisivi, show e film prodotti e diretti da uomini utilizzano l’immagine della donna come piace a loro, liberando tutta la fantasia maschilista che possiedono. Sottomettere la donna pare essere lo sport preferito dagli uomini di basso intellettuale. Ciò che è preoccupante è la connivenza delle donne che si pongono nella posizione di oggetto da manipolare, permettendo cosi che l’immagine della donna nel mondo sia compromessa.

    E’ vergognoso vedere tante donne rafforzare, attraverso il proprio lavoro nei mezzi di comunicazione, il condizionamento classico imposto dagli uomini. Sono condizionate come topi da laboratorio ad essere stupide per avere successo. Anche se é importante per molte donne il successo come attrici, cantanti e presentatrici, per ottenerlo non è necessario perpetuare la trilogia: stupide, sexy e sottomesse. E’ degradante anche vedere in tv e al cinema donne talmente deformate dal silicone da sembrare travestiti di se stesse. Si violentano, rischiando la vita con interventi al silicone che ci danno l’impressione che queste donne possano esplodere in qualsiasi momento.

    Si sono visti altrettanti uomini violentare il proprio corpo per essere accettati dalle donne? No, assolutamente. Essi hanno successo nei media anche se sono nani, grassi, pelati, vecchi e panciuti. Le donne devono accertarli esattamente come sono, senza preoccuparsi del loro fisico. E allora, perché le donne commettono delle violenze contro se stesse e fanno qualsiasi follia per farsi accettare?


    14\04\2007

    FONTE : http://blog.libero.it/taniarocha/2560544.html

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    Ma insomma, come dev'essere questo maschio?

    di Annabella d'Avino

    ROMA (1 luglio) - «È un posto senza donne. Sono state espulse da questa Città». Duro, violento, cupo è il mondo creato da Hugo Gonçalves in Il cuore degli uomini (Cavallo di ferro, 223 pagine, 15 euro), suo secondo romanzo. Trentunenne, vincitore di un premio prestigioso per l’opera prima, l’autore portoghese (con un bel viso dall’intenso sguardo “latino”) ha immaginato una metafora visionaria su una generazione educata solo dai padri.

    La Legge ha cacciato o fucilato tutte le donne perché hanno difetti genetici come la mancanza di coraggio, la debolezza, l’amore, il pianto. Soli senza madri, sorelle, mogli gli uomini non possono concepire la paura, vivono nello competizione: scontri fisici, corse in macchina, la boxe come unico sport. Poche parole, nessun sentimento, istinti feroci. Il sesso è sfogo brutale con femmine tenute segregate per questo scopo. «Lui, Cattivo e Grande» sono tre amici che crescono insieme nella nuova “normalità” sociale fra rapine, ubriacature, omicidi, in un degrado urbano con palazzi che crollano tra cumuli di immondizia.

    Insieme arrivano all’«Estero», vedono per la prima volta donne libere, ridono guardando programmi televisivi in cui «personaggi di sesso maschile chiedono scusa, annunciano fedeltà eterna, piangono per amore». Poi decidono di disertare e, trattati come esuli politici, sono affidati a madri adottive. Ma ci vorranno ancora molti anni furiosi prima che imparino il senso profondo delle emozioni.

    Con lo stile aspro necessario a una storia del genere, Gonçalves guida i tre protagonisti verso la scoperta, anzi di più il bisogno, dell’affettività. Dopo tanta violenza anche nella "Città" l’equilibrio si ristabilisce con il crollo del regime maschile e il ritorno delle donne. La parte mancante del cuore degli uomini è una madre che ama, una donna da amare, insomma l’elemento femminile.

    Però intanto può capitare che a indurirsi sia il cuore delle donne. Cuori di pietra (Mondadori, 281 pagine, 9 euro) è una raccolta di racconti scritti da giornaliste, autrici, comiche, sceneggiatrici di successo: Ammirati, Appiano, Bertola, Carugati, Ciuni, Corbi, Cucciari, Diamanti, Ferrario, Garlaschelli, Laurenzi, Lei, Lipperini, Mora, Piroli, Rosa Clot, Sipos, Teruzzi, Testa, Toscano, Vaccarezza, Vallorani, Venezia. Voci e stili diversi che raccontano personaggi insensibili con uno scopo nobile: il ricavato dei diritti d’autore sarà devoluto all’Unicef.

    Fra ironia, dramma e noir si affrontano egoismi familiari, amarezze sentimentali, delusioni via mail, destini tragici, scelte coraggiose, ribellioni liberatorie. Naturalmente spesso a raggelare e ferire l’emotività femminile è un cuore di pietra maschile. «Uomini bambini: ti vogliono come un giocattolo, ma ne hanno già una vagonata e si stancano subito. Uomini pirati: rubano, essenzialmente rubano. Uomini razzo: non fai in tempo a dire «Ah» che sono già nello spazio.

    Verso cosa corrono questi uomini che scappano? Incontro a un futuro più positivo, almeno secondo il libro di tre sociologi americani, Marian Salzman, Ira Mathatia, Ann O’Reilly: Il futuro del maschio (Corbaccio, 281 pagine, 17 euro). Dopo decenni di assestamenti, spronato, irritato o confuso dai cambiamenti del ruolo femminile, il maschio potrebbe conquistare una nuova identità: übersexual, con un prefisso che indica subito l’inclinazione a essere il più grande, il migliore. Le sue caratteristiche sono passione e stile.

    «E’ appassionato negli interessi, nei rapporti umani, nel fare e nell’essere ciò che gli viene naturale, ciò che gli sembra giusto». Forte e nello stesso tempo gentile, dolce senza essere fragile. Ha riscoperto l’amicizia maschile, mantenendo buoni rapporti con le donne. Icona di questo nuovo modello è George Clooney. Luogo di residenza? Oltre che nei dintorni del sogno, forse solo in alcuni dei paesi più o meno ricchi, più o meno evoluti del mondo occidentale, perché le cronache di guerre perenni, di continue violenze sulle donne descrivono altre storie.

    Aspettando un futuro migliore, dove sta andando il maschio nel presente della realtà italiana? « Dall’estetista! » è la risposta di Fausto Brizzi, che nei suoi film ha raccontato i ventenni insieme ai loro genitori quaranta-cinquantenni. « Finita l’era dei latin lover e del machismo, è cominciata l’era del micismo. Il maschio italico si mette la cremina antirughe, quella rassodante per gli addominali, la lozione anticaduta dei capelli (perché i peli in testa sono ambiti mentre quelli sul petto vanno deforestati selvaggiamente a colpi di laser!), si fa fare il massaggino antistress e, invece di spaghetti alla carbonara, ingurgita yogurt con fermenti rigeneranti che donano, pare, l’immortalità.


    01\07\2007

    FONTE: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id...HOME_SPETTACOLO

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    Prima sentenza europea: non ci sono più veri uomini

    di ANNAMARIA BERNARDINI DE PACE

    Qualcuno ha detto che al mondo ormai ci sono troppi ragazzi e pochi uomini. Qualche donna capirà amaramente che cosa ciò stia a significare. In Norvegia, peraltro, si sono già organizzati, i cosiddetti maschi, chiedendo a gran voce il ministero per la «pari opportunità maschile». La pari dignità femminile, infatti, secondo loro, si è trasformata nello strapotere e ha fatto terra bruciata delle aspettative dell'uomo. Ma quale uomo? Mi sembra patetico chi pretende dallo Stato, uomo o donna che sia, quell'aiuto morale che solo non è in grado di procurarsi. Un uomo autentico dovrebbe essere fiero di esprimersi al meglio proprio quando ha da confrontarsi con donne vere. Con donne, cioè, che hanno conquistato per meriti la parità giuridica e sociale e sanno manifestare la forza della diversità con fervida energia. Quella sottile invidia per le donne emancipate Invece parecchi uomini di oggi sono...
    continua...

    08\08\2007

    FONTE : http://www.libero-news.it/libero/LF_showAr...ticle=86054182#

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    La crisi del maschio italiano: risponde l’andrologo

    "L'uomo italiano si sente sotto pressione, ha perso fiducia in se stesso ed è ossessionato dal pensiero di non essere più all'altezza della sua donna, soprattutto nel campo della seduzione e della sessualità, e così, sempre più spesso, si ritrova a dover correre ai ripari".

    di Giulia Prinzi

    C'era una volta il "maschio italiano". Erano gli anni 50'- 60' e la sua fama aveva già attraversato l'oceano e raggiunto Hollywood. Personalità come Marcello Mastroianni, Walter Chiari e Rossano Brazzi avevano dato vita a quell'ideale di uomo, che di lì a pochi anni tutto il mondo avrebbe invidiato al nostro Bel Paese: un uomo non bello, forse, come i loro James Dean e Marlon Brando, ma sicuramente affascinante, brillante e reale allo stesso tempo.

    E così, quel volto da bravo ragazzo, dall'aria un po' impacciata, quegli occhi scuri e sinceri, quel sorriso spontaneo e quell'innata capacità di trasmetterlo al primo sguardo, iniziarono a sedurre e a far perdere il sonno alle giovani fanciulle di quell'epoca. E il maschio italiano divenne protagonista: divenne il simbolo della seduzione e della virilità.

    Non recitava la parte dell'"uomo che non deve chiedere" e che al solo schioccare delle sue dita si ritrovava assediato da donne: il maschio italiano interpretava il ruolo del "conquistatore", sempre alla ricerca dell'attenzione della sua donna, anche affrontando mille peripezie, ma che, alla fine, riusciva a far innamorare perdutamente. Il segreto del suo successo: consapevolezza delle proprie doti.

    Ora però quei tempi sembrano assai lontani. Nel corso degli anni infatti il nostro protagonista ha dovuto imparare a combattere con l'emergere repentino della figura femminile, la sua presa di potere, e ha iniziato, per la prima volta, ad avere paura per la possibile perdita di alcuni dei suoi più importanti compiti. Una vera e propria crisi interiore lo ha investito, portandolo a quell'errata consapevolezza di non poter più essere, o meglio, di credere di non poter più essere, l'uomo forte e virile in grado di far "morire" dietro di sé le donne.

    Si sente sotto pressione, ha perso fiducia in se stesso ed è ossessionato dal pensiero di non essere più all'altezza della sua donna, soprattutto nel campo della seduzione e della sessualità, e così, sempre più spesso, si ritrova a dover correre ai ripari.

    E dopo aver esaurito anche la carta "afrodisiaco", decide, infine, di chiedere aiuto ad uno specialista: entra così in gioco l'Andrologo. Ma chi è l'andrologo e di che cosa si occupa? Lo abbiamo chiesto al dott. Michele Valitutti, Specialista in Urologia e Andrologia presso l'Aurelia Hospital di Roma, che ha risposto ad alcune nostre domande, soddisfatto le nostre curiosità e ci ha aiutato a capire quali sono i problemi che si ritrova ad affrontare l'uomo/ragazzo di oggi, esponendoci anche una sua personalissima teoria.


    Ci parli del suo lavoro, dott. Valitutti, di che cosa si occupa?

    Io sono urologo e andrologo: mi occupo dei disturbi dell'apparato urinario, ma anche di quelli dell'apparato genitale maschile, in particolare la sfera della potenza sessuale, e compagnia bella.

    Tra i suoi pazienti ci sono adolescenti e giovani adulti?

    Giovani adulti sì, più che adolescenti.

    Quali sono l'atteggiamento e lo stato d'animo che mostrano questi pazienti all'inizio, durante il primissimo incontro?

    Ancora c'è imbarazzo. Di alcuni incominci a vedere già qual è il problema, perché arrivano un pochino più emozionati degli altri. C'è il paziente che arriva e che soffre di ipertrofia prostatica e che forse è già meno imbarazzato rispetto a quello che prima o poi ti deve fare "quella domanda" o soffre di "quel problema" riguardante la sfera della sessualità. Lo riconosci sin da quando entra nello studio.

    Quali sono le preoccupazioni e le domande che più frequentemente le pongono i suoi pazienti?

    Ma più che assillati da preoccupazioni, vengono perché hanno un problema. Già riconoscono di avere un problema. Parlo in particolare di quelle persone comprese nella fascia tra i 45 e i 60 anni. Nel corso degli anni il paziente sta maturando, ora infatti "viene a chiederti" del suo problema. Il problema della potenza sessuale, che poi fondamentalmente è quello di cui mi interesso io, è un problema che comunque continua ad essere sommerso, per cui spesso magari devi far tu delle domande per farlo emergere e portarlo alla ribalta.
    Adesso si comincia ad essere un pochino più attivi, i pazienti vengono loro a chiedere al medico di base informazioni, oppure vengono da te per il problema in sé per sé. Però, diciamo, che fino a qualche anno fa, erano le mogli che andavano dal ginecologo, il ginecologo poi chiamava te, l'andrologo, dava il tuo nome alla moglie e lei, poi, "costringeva" il marito ad andare da questo specialista.


    E invece i giovani? Perché si recano da uno specialista come lei?

    I giovani vengono perché sono più preoccupati di quanto dovrebbero esserlo realmente. Si tratta spesso di problemi legati ad ansia o a scarsa informazione da l punto di vista sessuale. Oggi si arriva al rapporto sessuale ad un'età decisamente inferiore rispetto a quella dei nostri genitori, parlo di me che ho i miei 43 anni, e si ha a disposizione tanta informazione sul sesso, ma nonostante ciò l'informazione su alcune cose rimane comunque carente: paradossalmente c'è stato un superamento di alcune barriere di tipo comportamentale, si sono evoluti i costumi, ma le ansie, le preoccupazioni legate al sesso e, soprattutto, il modo di rapportarsi con la persona dell'altro sesso continuano a sussistere pure ai nostri giorni. Quindi i problemi dei giovani sono soprattutto problemi legati all'ansia: a volte è l'ansia da prestazione. Altre volte, magari, alcuni giovani non riescono proprio ad avere rapporti, per problemi che non sono per forza organici, bensì di natura psicologica: hanno paura di essere impotenti. La componente psicologica gioca un ruolo fondamentale soprattutto in questa fascia d'età. Ci sono anche pazienti giovani che hanno problemi più di tipo organico, ad esempio quelli riguardanti i vasi, ma sono casi abbastanza rari. Ripeto, spesso i problemi dei giovani sono solo di natura psicologica.

    Quali sono, in particolare, le patologie andrologiche e urologiche più diffuse tra i giovani?

    Negli adolescenti sono: il varicocele e i problemi riguardanti lo sviluppo dei testicoli. Nei giovani adulti, oltre a queste patologie, abbiamo: problemi di prostatiti, problemi cioè legati ad un'infiammazione, che può essere legata o ad un eccesso di rapporti o anche a rapporti non così frequenti; l'eiaculazione precoce, che è un problema anch'esso di prevalente origine psicogena; problemi riguardanti la potenza sessuale.

    Quindi gioca un ruolo piuttosto importante la componente psicologica?

    Diciamo di sì, anche se questo non vuol dire che non si sottovaluti anche una possibile origine organica, ed anche se noi come medici cerchiamo sempre di escluderla, il fatto è che talvolta essa è ben presente. In ogni caso la componente psicologica nei disturbi della potenza sessuale, nella cosiddetta disfunzione erettile, rimane sempre e comunque. Anche chi è affetto da un disturbo organico, poi, vede aggiungersi a questo sempre la componente psicologica, istituendosi così una specie di circolo vizioso. Quindi il disturbo non è mai puro.

    Per quanto riguarda gli uomini al di sopra dei 30 anni, che tipo di patologie mostrano?

    A parte le patologie prettamente urologiche, come la prostatite e il discorso riguardante la prostata, sono affetti dalle malattie sessualmente trasmesse, che rappresentano poi un altro tipo di branca della scienza di cui mi occupo. Quello che, invece, è abbastanza frequente è proprio il disturbo dell'eiaculazione precoce e della disfunzione erettile.

    Parliamo dei farmaci: "pillola blu", cialis, vardenafil, apomorfina, ecc…, sono richiesti solo da coloro che ne hanno un reale bisogno?

    C'è da dire che questi sono dei farmaci e non degli afrodisiaci. E' passato un messaggio nel volgo di una pillola che aumenti la prestazione lì dove non c'è un reale bisogno: quindi sono dei farmaci che curano una patologia, non sono né un doping, né un afrodisiaco e funzionano solo in presenza di uno stimolo. Ma sono dei farmaci che possono aiutare anche nel caso di disturbi psicologici, perché, comunque, possono " trainare" il paziente al di fuori del problema psicologico, cioè dargli un po' quella consapevolezza, quella sicurezza, che lo aiuta a uscir fuori dal circolo vizioso, di cui dicevo prima.
    E non solo, sono dei farmaci che possono anche avere un effetto curativo e riabilitativo, proprio a livello locale, dove danno maggiore "tonicità", se possiamo usare questo termine. Però un reale bisogno va inquadrato sempre e soprattutto dal punto di vista medico. E' chiaro che sono farmaci che possono avere dietro una leggenda metropolitana, secondo la quale ne richiede l'uso, particolarmente, colui che prevede di doversi sottoporre ad uno stress sessuale intenso. Però io verso questi pazienti rispondo in maniera piuttosto chiara e negativa.
    E' capitato che qualcuno me lo chiedesse perché prevedeva dei viaggi particolari o in previsione di chissà che cosa: io mi sono sempre subito affrettato a spiegargli che non era chiaramente un farmaco che poteva rispondere alle sue esigenze.


    L'uomo/ragazzo di oggi sente il bisogno di rimarcare il ruolo di "maschio", impostogli dalla natura?

    C'è una grossa crisi…vedo diversi maschi tra i 30 e i 40 anni un po' in crisi da questo punto di vista. Parliamone allora: potrebbe dipendere dal ruolo che la donna gioca all'interno della coppia? C'è un problema, c'è sicuramente un problema, bisognerebbe parlarne a lungo…
    Credo che bisognerebbe affrontare una serie di problemi da questo punto di vista, che vanno a coinvolgere anche alcuni aspetti tipici dell'uomo che sono sempre stati demonizzati. In alcuni casi, poi, mi trovo sempre in difficoltà a dover inquadrare un paziente: c'è un rapporto di una certa difficoltà all'interno della coppia, che è visibile sin dal primo colloquio, durante il quale il paziente si presenta con la propria partner. Ti accorgi infatti che c'è qualcosa che non va, certamente di natura psicologia, nella loro relazione affettiva, dovuto al fatto che spesso la donna è un po' più dominante rispetto all'uomo.
    Chiaramente non è mio compito farglielo capire, però te ne accorgi, vedi che c'è qualcosa che non funziona da quel punto di vista. Però mi astengo sempre dal demonizzare la donna o l'uomo. Oggi il maschio viene messo più in discussione e questo può generare in lui insicurezza ed ansia, che possono poi riversarsi sulla sfera del sesso, in particolare sulla potenza sessuale, facendo così insorgere nel soggetto qualche trauma. E quindi in questo non bisogna per forza né demonizzare, ripeto, le donne, e né puoi prendertela con i maschietti, che cercano di essere un pochino più riflessivi e più accondiscendenti nei confronti del sesso femminile.
    Ma una certa baldanza maschile, che si aveva negli anni addietro, forse, in qualche maniera, rendeva un po' più sicuri gli uomini e quindi, forse, più superabili alcune problematiche all'interno del rapporto di coppia. Ma questa è solo una teoria mia, derivante, forse, dal fatto che sono un maschietto. Non mi vorrei ora mettere contro le donne, ma certamente giocano un ruolo influente in questa situazione, come ben si può intuire.


    Finalmente ora esiste l'andrologo e l'uomo può rivolgersi a lui…

    Mah…è ancora una figura tutta da definire quella dell'andrologo, perché esistono andrologi di estrazione urologica, come lo sono io, che sono urologi che si occupano prevalentemente anche dei disturbi della sfera sessuale maschile, ed esistono poi andrologi di estrazione endocrinologica. Diciamo che la Società Italiana di Andrologia, la SIA, ha cercato comunque di creare, e lo sta facendo, una figura che racchiuda un po' tutte e due le specialità, sia quella endocrinologica che quella urologica, in modo che si possa appunto creare anche a livello istituzionale e universitario una figura andrologica.

    Le parole del dott. Valitutti ci hanno aperto una porta su quella parte più intima dell'universo maschile nella quale sarebbe stato troppo difficile per una donna addentrarsi. Sono state illuminanti e ci hanno fatto prendere consapevolezza della situazione critica che l'ex maschio italiano sta attraversando.

    "C'è una grossa crisi", ha tenuto a specificare il dott. Valitutti. L'uomo sembra essere nel pieno di un attacco di panico in cui sono l'ansia e la paura, piuttosto che un reale problema, ad influenzare il suo modo di relazionarsi nei confronti della società e in particolare nei confronti del "gentil sesso".

    Ed è questo panico, spesso infondato, ma alimentato dalla cultura dell'apparire, più che dell'essere, nella quale è costretto a vivere, che lo spinge a cercare aiuto e a credere di dover ricorrere anche a qualche "magia", farmaci ed interventi chirurgici, in grado di poter infondere quella sicurezza e prestanza fisica, che si sente obbligato a dover continuamente dimostrare, ma che crede di aver ormai perso.

    E in questa crisi, forse più psicologica, gioca un ruolo da co-protagonista anche la donna: sarà quindi proprio la donna che potrà dare una mano al suo uomo a superarla, finalmente.


    FONTE : http://www.palamitonews.com/numero%20282/c...ttraction_1.htm

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    L'eiaculazione precoce colpisce 4 milioni di italiani. "Ansia prestazionale" ?

    I rapporti sessuali "eterni", le dimensioni esagerate e le posizioni più esasperate, mettono in difficoltà l'uomo italiano che sempre più sovente è colpito dalla eiaculazione precoce o dalla sindrome del "pene troppo piccolo" anche quando non è vero.

    I falsi miti cinematografici, le pubblicità sempre più piccanti, le fiction americane "super fighe" con machi re del sesso. Tutto questo bombardamento continuo provoca una pressione psicologica importante che sfocia nella eiaculazione precoce.

    L'ansia da prestazione, quindi, è una delle principali cause di questa patologia che colpisce ad oggi circa 4 milioni di italiani, la maggior parte compresi tra i 18 e i 30 anni.

    Aumentano anche le rischieste di "s.o.s." per l'allungamento chirurgico del pene anche per chi non ne avrebbe veramente bisogno: un ragazzo con un pene lungo 12 cm si sente un "povero disgraziato" anche se l'intervento è consigliato dai 9 cm in giù.

    Le super prestazioni e le super dimensioni finiscono poi per rovinare la vita di coppia, che l'amante maschio immagina come quella dei film. Il vero problema è comunque la mancanza di un'educazione sessuale corretta sin dalle scuole mdie inferiori.

    L'altro problema serio è quello dell'infertilità che se oggi colpisce 1 italiano su 5, entro il 2015 arriverà ad 1 su 3. Il fattore vergogna è fondamentale per l'accrescimento della patologia: i maschietti sono bravissimi a ricorrere al dottore per raggiungere le dimensioni da pellicola ma si vergognano di ricorrere ad un andrologo per le disfunzioni erettili (di solito ci mettono 2-3 anni prima di chiamare un dottore e comunque sempre sotto la pressione del partner).


    FONTE : http://www.barimia.info/modules/guide/item.php?itemid=379

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    Uomini, sesso debole

    Sette milioni di italiani hanno problemi sessuali e in 20mila vogliono il pene più lungo: maschi, cosa succede?

    Insoddisfatti, insicuri, sempre più timorosi o addirittura angosciati: gli uomini e il sesso sono sempre più due mondi paralleli. Il grido d'allarme viene dal congresso annuale della Società europea di urologia, tenutosi a Berlino. Oltre diecimila esperti da tutto il mondo testimoniano una vera e propria epidemia di problemi sessuali - veri o presunti - che spingono uomini e donne a rivolgersi al chirurgo.

    E il macho italiano non sta certo messo meglio di altri: sarebbero oltre 4 milioni gli italiani che soffrono di eiaculazione precoce, altri 3 milioni sarebbero colpiti da disfunzione erettile, con rapporti che non superano i 3 minuti. Il disturbo - quasi sempre di origine psicologica - è in aumento soprattutto tra i giovani, gravati da grandi ansie di prestazione.

    Prova ne è il fatto che «Sono oltre 20.000 - afferma il presidente della Società italiana di urologia, Vincenzo Mirone - i giovani tra i 18 e i 30 anni che ogni anno chiedono allo specialista di potersi sottoporre ad un intervento per l'allungamento del pene». Insomma, la leggendaria angoscia per le misure sta diventando un' emergenza sociale, perché si tratta nel 90% dei casi di immotivate paranoie.

    «Normalmente - continua Mirone - un pene in erezione misura tra i 9 e i 18 centimetri, ma i ragazzi che vengono nei nostri studi si sentono handicappati se il proprio organo misura, ad esempio, 12 centimetri». Gli interventi chirurgici, dicono i medici, si effettuano solo in casi estremi, di dimensioni in erezione inferiori ai 9 cm. Altro punto dolente (e più serio) è l'aumento dell'infertilità, che in Italia colpisce 1 coppia su 5 (il 15% di quelle in età fertile) e si prevede che nel 2015 la proporzione arriverà a 1 su tre.

    Quanto alle donne, pare che l'intervento più richiesto sia la labiaplastica - l'intervento costa dai 3.500 ai 4.500 euro -, la riduzione, cioè, delle piccole labbra, onde evitare fastidi e dolori nelle attività sportive o nel rapporto sessuale. Altro intervento richiesto l'asportazione del grasso sul monte di Venere, insieme con la lipoaspirazione dell'addome: il costo in questo caso si aggira tra i 3 e 4 mila euro.

    Molte donne, inoltre, si rivolgono al chirurgo plastico o estetico con la richiesta di "rivivere una seconda volta" attraverso una semplice ricostruzione dell'imene, realizzabile in day hospitale con un costo di 5 mila euro circa. Molte altre, invece, chiedono dopo il parto il restringimento della vagina per incrementare la sensibilità durante il sesso: il costo è di circa 6 mila euro. (Libero News)


    26\03\2007

    FONTE : http://magazine.libero.it/generali/generali/ne4681.phtml

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    Angelina Jolie: "Amore sadomaso a 14 anni"

    Era interessata ai maschietti già in tenera età e ha perso la verginità a 14 anni. Angelina Jolie segue l'esempio di Paris Hilton e svela qualche aneddoto sulle sue prime esperienze sessuali.
    In un'intervista rilasciata al settimanale britannico OK! magazine, la Jolie dichiara: "Facevo parte di un gruppetto di ragazze chiamate Kissy Girls. Ero molto sexy già all'asilo. Inventai anche un gioco dove potevo baciare i maschietti. Spesso ci toglievamo anche i vestiti. Mi sono cacciata spesso in un mare di guai".
    La Jolie ha aggiuto di aver perso la verginità a 14 anni con il suo primo fidanzatino e poi ha confermato la passione per le pratiche sadomaso sin dalle sue prime esperienze sessuali. La bella protagonista di Tom Raider ha confessato di aver concluso più di un rapporto sessuale ferendo il suo compagno con un coltello. Angelina ha aggiunto che il rapporto sessuale tradizionale per lei "non era abbastanza".
    Le dichiarazioni piccanti si aggiungono alle insistenti voci sulla presunta crisi con Brad Pitt. La coppia più bella di Hollywood avrebbe grossi problemi nella gestione dei figli. Secondo quanto riporta la stampa rosa americana, Pitt avrebbe criticato la scarsa attenzione della Jolie nei confronti della loro figlia naturale Shiloh. La Jolie infatti si concentrerebbe sempre e solo sui loro figli adottivi Maddox, Zahara e Pax.


    19\04\2007

    FONTE : http://spettacoli.tiscali.it/articoli/07/0..._verginita.html

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    La “marcia in più” delle donne imprenditrici

    Che le donne abbiano una “marcia in più” non lo scopriamo certamente adesso, però la convention regionale dell’Aidda (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda), svoltosi ieri pomeriggio nella splendida cornice del ralais “Villa Matilde” di Romano, ha confermato, una volta in più, questa tesi.

    Ciò che colpisce, nell’ascoltare le parole delle “donne d’impresa” è la consapevolezza del presente: il radioso passato olivettiano e l’atteso futuro che è in mano alle istituzioni (il Piano strategico per il Canavese, gestito dalla Provincia) sono solo degli “en passant” nel corso degli interventi. Ciò che conta davvero è quello che ognuna di loro sente di poter fare, per la propria impresa, per se stessa e per il “sistema Canavese”, visto come una preziosa sinergia da creare portando ognuna il proprio mattone.

    Sia chi propone progetti di grande impatto come Mediapolis che chi presenta la propria società individuale, lo fa con l’entusiasmo di chi crede nel proprio lavoro e non delega responsabilità e oneri. Soprattutto, c’è quell’ottimismo, a volte alimentato da un pizzico di sana incoscienza, che è alla base della riuscita delle imprese.

    Il Canavese non è più, e non potrà più essere, terra segnata dalla presenza di un’industria “mamma” (guarda casa, un altro termine femminile), ma le imprese dovranno imparare a camminare da sole, inciampando quando sarà il caso, ma con la voglia di rialzarsi. Scoprire le risorse celate o non sfruttate, prima fra tutte il turismo, strumento per “fare impresa”, ma anche per valorizzare le ricchezze che la nostra terra propone. Un domani diverso, un futuro che potrà riservare sorprese e soddisfazioni se si verrà affrontato con la determinazione e la convinzione emerse ieri pomeriggio a Romano.

    Hanno davvero “gli attributi” queste signore dell’Aidda. E noi maschietti non lasciamoci spaventare: non deve essere una minaccia, la loro, ma uno stimolo. Perché – è stato ribadito anche ieri a Villa Matilde – la concorrenza deve essere una motivazione in più, non un freno. E questo vale anche nella “corsa” fra i sessi, non solo in quella fra aziende.


    21\03\2007

    FONTE : http://www.localport.it/eventi/notizie/not...nsa.asp?N=25568

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    LAVORO: 1.328 MORTI PER INFORTUNI OGNI ANNO, L'8% SONO DONNE

    850 PER CADUTE DALL'ALTO IN EDILIZIA, RIBALTAMENTO TRATTORE

    Roma, 12 gen. (Adnkronos) - Ogni anno in media muoiono 1.328 persone per infortuni sul lavoro. Di questi l'8% sono donne. Due terzi, circa 850 lavoratori, perdono la vita per cadute dall'alto in edilizia; ribaltamento del trattore in agricoltura o in un incidente stradale nel trasporto merci per le eccessive ore alla guida. In media ogni morto perde 35 anni di vita, per un totale di 45 mila anni di vita persi ogni anno. La denuncia arriva da Cgil, Cisl e Uil, che alla salute alla sicurezza sul lavoro hanno dedicato un'assemblea nazionale al teatro Brancaccio di Roma, dove hanno partecipato circa mille quadri provenienti da tutte le Regioni.


    12\01\2007

    FONTE : http://www.padovanews.it/content/view/5821/103/

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    Le donne chiedono più servizi per essere mamme e lavoratrici

    Più servizi, orari flessibili e maggiore attenzione a un ruolo sociale in continua evoluzione. Tra figli, casa e lavoro, le donne miresi si confrontano su quello che vorrebbero vedere realizzato dalla nuova amministrazione.

    «Le donne, oggi, sono rivestite di responsabilità sempre maggiori», spiega Morena, 43 anni, estetista, mamma di una figlia: «Il lavoro, la casa e i figli sono per la donna moderna oneri che non sempre è facile riuscire a conciliare. L'amministrazione comunale dovrebbe prendere in considerazione queste esigenze. Ad esempio, una donna non può essere costretta a ricorrere all'aiuto dei parenti o delle baby sitter per l'assistenza ai figli. Necessitano più servizi, da asili nido a doposcuola, servizi che possano essere alla portata di tutti e che siano attivi anche nel pomeriggio e durante l'estate».

    «Inoltre la donna che lavora ha bisogno che i servizi siano in grado di offrire un orario più flessibile, e questo ad esempio significa la possibilità di trovare i supermercati e i negozi aperti anche dopo il lavoro», continua Antonella, 53 anni, tre figli ed impiegata in Regione.

    «Altre esigenze?», continua Antonella: «Di certo sarebbe importante sviluppare i servizi sanitari destinati alla donna, rendendo ad esempio più snelle e veloci le liste d'attesa del consultorio».

    Cristina, 51 anni, tre figli, impiegata nel campo del tele-marketing, mette invece l'accento sulle poche opportunità di lavoro. «Molte delle donne miresi sono costrette a uscire dal proprio comune per raggiungere il posto di lavoro. A Mira, purtroppo, le opportunità lavorative non sono molte, e spesso le donne sono quelle che ci rimettono di più. È importante sviluppare l'imprenditoria, in particolare quella femminile, e rilanciare il commercio, che a Mira è sempre un po' soffocato, in parte perché si tratta di un paese collocato tra due grandi città venete (Mestre-Venezia e Padova) e in parte perché poco incoraggiato».

    Misure concrete, ma anche occasioni di dialogo: «Credo che la donna senta molto la necessità di confrontarsi su questioni di genere, di avere il sostegno di altre donne.

    Sarebbe importante promuovere momenti di socializzazione e di incontro su tematiche femminili. Il ruolo sociale della donna è in continuo sviluppo e ha bisogno di sostegno da parte di altre donne o di esperte», afferma Ilaria, 31 anni, impiegata di banca. «Anche la partecipazione femminile al mondo della politica dovrebbe essere incentivata. Certo, la scarsa partecipazione alla politica è un retaggio che la donna stessa si porta avanti da secoli, è un'impostazione di pensiero che la donna per prima deve abbandonare. Ma sarebbe il caso che anche la politica in quanto istituzione favorisse l'accesso delle donne alle cariche e ai partiti. Se l'amministrazione è composta da una percentuale maggiore di donne, fa meno fatica a comprendere le esigenze della popolazione femminile. Nel consiglio comunale uscente le donne sono solo tre su trenta, il 10%, mentre la giunta è composta da sei uomini e da una sola donna. Ci auguriamo davvero che le cose cambino con le prossime elezioni».

    Silvia Tessari


    Tratto da Gente Veneta ( no.18 del 2007 )

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    Misandria

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    Il termine misandria (dal greco misein, odiare, e andros, uomo) indica un atteggiamento psicologico preconcettuale di avversione ed ostilità verso l'uomo ed il genere maschile.

    L'atteggiamento ed i comportamenti misandrici sembrano indirizzati in misura prevalente verso l'uomo sessualmente maturo, essendo orientati solo in rari casi anche verso i maschi in età minore o verso categorie maschili non eterosessuali.

    In ragione di questa specifica delimitazione della categoria umana oggetto di avversione si distingue dalla misantropia e costituisce il concetto speculare e contrapposto della misoginia.

    Benché prioritariamente osservato nei comportamenti femminili, il pregiudizio misandrico appare occasionalmente anche in alcuni comportamenti maschili, tendenti all'autosvalutazione ed alla contestuale esaltazione delle qualità femminili, ritenute superiori alle proprie soprattutto sotto il profilo etico oltre che estetico.

    Il termine misandria, compreso quasi esclusivamente nei testi specializzati (psicologia) sino al secolo scorso, è entrato a far parte dei dizionari dall'inizio del terzo millennio e si ritiene questo un possibile portato culturale del femminismo.


    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

    ( http://it.wikipedia.org/wiki/Misandria )

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    " Molto spesso si vedono le cose piccole, minuscole, insignificanti, e nel frattempo sfuggono alla vista le cose enormi, mastodontiche.
    E quando un modo di pensare si sedimenta in una società, allora diventa invisibile.
    E pericoloso, perchè nessuno lo vede.
    " Anti-Femminista

    ( http://antifeminist.altervista.org/ )

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    Magliette, libri e reality show: l'ultima tendenza è l'attacco ai maschi

    «I ragazzi? Sono stupidi e puzzano»

    Le teenager americane scoprono l'insulto da T-shirt. E la moda Usa fa affari d'oro grazie alla guerra tra i sessi

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    La copertina del libro di Todd Goldman

    NEW YORK - La guerra tra i sessi ha raggiunto nuovi livelli; adesso «girl power» vuol dire insultare i maschi. Il nuovo trend è perfettamente rappresentato dalle magliette, ormai diffusissime negli Usa, della marca David Goliath, che chiuderà il 2005 con un guadagno di 100 milioni di dollari grazie a slogan come «I maschi puzzano». Il proprietario e fondatore di David Goliath, (Todd Goldman, un uomo) ha anche pubblicato il suo primo libro intitolato «I maschi sono stupidi. Tirategli le pietre!» che inizia con la frase «Le ragazze sono un regalo calato dal cielo, i maschi si scaccolano di fronte al supermercato». Inutile a dire che sta andando a ruba.
    IL FENOMENO - «Il marketing americano sta puntando sulla guerra tra i sessi per fare soldi - afferma il Wall Street Journal - e la tecnica sta funzionando: le nostre figlie spendono milioni di dollari all’anno per umiliare ed insultare i maschi». Dopo le canzoni con testi anti-macho e i reality show che mettono le donne contro gli uomini, ora anche la moda partecipa al cosiddetto «boy bashing», ovvero l’attacco ai maschi. Come la prendono i diretti interessati? «Noi siamo davvero stupidi - ribatte il 17enne Bryan Blase, che è abituato a vedere questa frase sulle magliette delle sue compagne di scuola - e le ragazze ci dovrebbero colpire con delle pietre, ma solo ogni tanto». Blase è solamente uno dei tanti teenager americani che apprezzano l’umorismo del «boy bashing». Ma c’è chi non considera il trend divertente. «Non c’è niente da ridere - afferma lo psicologo Ted Braude, specializzato in turbe adolescenziali dei giovani pazienti maschi -. Il sarcasmo espresso su queste magliette può diventare un’arma letale e minare l’autostima già precaria dei teenager in un momento cruciale della loro crescita».
    RAGAZZE ARRABBIATE - Secondo altri, l’antagonismo delle giovanissime è uno specchio della società americana adulta. «La gente pensa che per avere successo le femmine devono battere i maschi, e viceversa - commenta Joe Kelly, presidente del gruppo Padri e Figlie - . Un tempo le ragazze americane aspiravano ad emulare i maschi, adesso vogliono essere meglio di loro». L’ultimo sviluppo della lotta tra maschi e femmine viene dal nuovo reality show «Girls v. Boys», che fa gareggiare un gruppo di ragazze contro un gruppo di maschi in vari eventi altamente competitivi. Il programma, che va in onda sul canale The N, ha successo tra i teenager americani per il suo tono estremo e senza esclusione di colpi.

    Alessandra Farkas

    23\04\2005


    FONTE : http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/...2/newyork.shtml

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    Mamme “attempate” per colpa degli italiani “mammoni”?

    A che età è meglio avere un bambino? E fino a che età una donna può rimandare una gravidanza?

    E' vero che oggi si tende ad avere figli sempre più tardi, ma è anche vero che l'orologio biologico delle donne scandisce il tempo inesorabilmente! E le donne sanno bene che non possono rimandare ad oltranza, soprattutto al giorno d'oggi, come dice un articolo uscito sull'ultimo numero di "Tutto Scienze ", inserto del quotidiano "La Stampa".

    Già il titolo è eloquente "Vita più lunga, fertilità più breve".
    La vita media delle donne si allunga, "mentre - scrive Antonio Tripodina - il periodo fertile si accorcia con un declino significativo anche in età non sospette".

    A ridurre la fertilità femminile sarebbero una serie di cause: dagli stili di vita errati ai cosiddetti "insulti ambientali". Così, mentre gli uomini sono in grado di produrre spermatozoi fino in tarda età, nelle donne "il numero dei follicoli ovarici è geneticamente determinato e non è rinnovabile".

    E proprio gli uomini vengono tirati in ballo da un'altra ricerca condotta dall'Università Cattolica di Milano. A partire dai dati di una indagine Istat del 2003, su un campione di 20 mila famiglie in Italia, se i figli arrivano in tarda età sarebbe colpa dei padri.

    "In Italia un uomo su due a 35 anni sceglie di posticipare la paternità" si legge sulla prima pagina de "La Repubblica" di oggi.
    Risultato: i papà più vecchi d'Europa sarebbero proprio gli italiani.

    Il professor Alessandro Rosina, demografo dell'Università Cattolica, afferma che "in nessun altro paese occidentale gli uomini aspettano così tanto per diventare padri".

    Non è che gli intervistati siano del tutto contrari ad avere figli, ma la precarietà del mondo del lavoro di oggi ed il fatto che i maschi abbandonino la famiglia di appartenenza più tardi rispetto alle coetanee, spinge gli uomini ad essere più cauti sul desiderio di paternità.

    Non sarà dovuto anche al fatto che oggi per un uomo avere dei figli vuol dire non solo pensare al loro sostentamento, ma anche occuparsene più attivamente in casa? Oggi le donne che partoriscono il primo figlio dopo i 30 anni sono definite clinicamente “primipare attempate”, se aspettiamo ancora un po’ a prolificare come ci definiranno i ginecologi?? Non voglio pensarci!!

    E pensate se anche in Italia fosse previsto un bel contratto matrimoniale come in Spagna, dove c’è scritto nero su bianco che il marito deve aiutare la moglie in casa: in questo caso altro che pensare ai figli...gli italiani non penserebbero neppure più al matrimonio!

    Marzo 2006


    FONTE : http://www.unamamma.it/2006/03/mamme_attem...colpa_degl.html

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    Edited by Davide.4. - 9/11/2007, 22:01
     
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    I commenti si possono fare stesso qui o bisgona aprire un 3d a parte?
     
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  3. Davide.4.
     
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    Giubizza
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    I commenti si possono fare stesso qui o bisgona aprire un 3d a parte?

    No. Commenta qui.
    Mi piace sapere cosa pensate di questi articoli.
     
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    Però pensavo fosse meglio dedicare il 3d solo agli articoli.

    Ok, allora volevo fare alcune osservazioni riguardo questo articolo:

    1. se si posticipa l'età per farsi una famiglia non sempre è per scelta ma spesso perché non si raggiunge presto (e spesso mai) l'indipendenza economica;

    2. le donne forse non antempogono anche loro la carriera e altre cose alla maternità? Da un sondaggio effettuato 10 anni fa risultò che il 52% delle ragazze italiane non voleva avere figli e non se la sentiva di diventare madre!

    3. con le donne che ci sono oggi non credo che la maggioranza degli uomini sia molto "incoraggiata" a mettere su famiglia...

    4. in Spagna le casalinghe vanno sul posto di lavoro dei mariti ad aiutarli nel loro lavoro? Magari anche in miniera se il marito fa il minatore?

    5. le donne sanno cosa è il matrimonio? Sanno assumersene pesi e responsabilità? Sanno cosa comporta e come devono comportarsi una volta sposate?

    6. le donne non sono attaccate alla gonnella della mamma e ai pantaloni di papà? Solo gli uomini lo sono (o meglio lo sarebbero)?

    Ma che discorsi del cavolo in questo articolo!
     
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  5. Davide.4.
     
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    La costola di Adamo

    di Paola Ceretta

    La leggenda racconta che la donna è nata da una costola di Adamo.
    Ora, se siamo state generate da un unico ossicino, che l’uomo possiede in più copie, perchè veniamo considerate il "sesso debole"? Dovrebbe essere il contrario.
    Sempre in base a questa teoria, appare chiaro perchè siamo state oppresse e discriminate nei secoli, senza scomodare i millenni, da parte dei maschietti: tutta invidia.

    Dopo infinite lotte e rivendicazioni ci illudiamo di aver conquistato la sospirata parità, ma è tutta apparenza: non ci rendiamo conto che in confronto a loro siamo delle specie di "supereroi" (come quelli dei fumetti, a cui i fanciullini, anche in età adulta, segretamente, vorrebbero tanto assomigliare).
    Mi spiego meglio:

    le femminucce riescono a fare e pensare più cose contemporaneamente; i maschietti, se stanno parlando, anche dell’argomento più futile, non sono in grado, nemmeno, di chiudere una finestra;

    le femminucce sanno fingere magistralmente tripli orgasmi favolosi senza che il partner si accorga della "sola", regalandogli generosamente una botta di autostima (ebbene sì, oltre che sensibili siamo anche molto generose) mentre non si può dire il contrario;

    le femminucce riescono ad avere più amanti contemporaneamente senza farsi beccare inflagranti (certo, siamo anche molto scaltre, non per niente la volpe è femmina); i maschietti, invece, si fanno prendere dal senso di colpa e, appena possono, si svuotano la coscienza; in altre circostanze sono talmente abili da farsi cogliere sul fatto;

    le femminucce sanno essere delle bugiarde meravigliose: ti fanno credere qualunque cosa: infatti, Eva non ci ha messo molto a convincere Adamo a mangiare la fatidica mela...
    Riusciamo persino a negare l’evidenza con una nonchalance impareggiabile. E, quando proprio siamo in panne, basta uno sbattere di ciglia e qualche lacrimuccia e i maschietti si sciolgono come neve al sole;

    le femminucce sono in grado di sopportare dolori (fisici e psichici) inumani. Faccio un piccolo esempio: i mal di pancia e i mal di testa che ci colgono in quel periodo del mese e nonostante tutto siamo sempre in pista; ho visto maschietti sull’orlo dello svenimento alla vista di un rivolo di sangue, o piagnucolare per un leggero mal di denti, figurarsi se avessero il ciclo;

    anche per quanto riguarda la prova costume, non c’è paragone: vuoi mettere una fanciulla in bikini contro un maschione, per quanto fisicato, con quei mutandoni ascellari multicolore che vanno di moda oggi? E quelli con i rotolini che strabordano sui fianchi e i peli del petto tutti arruffati? Oppure quelli secchi secchi che sembrano degli attaccapanni?
    Se una fanciulla è un po’ "in carne" risulta "morbida e burrosa", se è magrolina, invece, ha una silhouette da modella;

    infine, una dote ineguagliabile che solo le femminucce hanno è quella di generare la vita; i maschietti ci danno giusto un aiutino, per quanto indispensabile, spesso rapido e indolore.
    Non aggiungo altro per non tediare l’uditorio, ma la lista delle discriminanti" è infinita.


    A questo punto mi sorge un dubbio: vuoi vedere che l’unica costola buona di Adamo, Dio ce l’ha regalata a noi?

    08\03\2007


    FONTE : http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=1569

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    Edited by Davide.4. - 1/11/2007, 12:16
     
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    Ma quanto sono invidiose certe femminucce omoerotiche per vanagloriarsi di queste meschinità vere o presunte che siano?
     
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  7. Davide.4.
     
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    Le donne sono troppo occupate
    Casa e ufficio, 8 ore in più dei maschi


    Lo slogan potrebbe essere "Lavorare tutte per lavorare di più", visto che l'occupazione di solito è doppia: fuori e dentro casa. Certo il tasso di occupazione femminile in Emlia-Romagna è tra i più alti d'Italia, al 61%. Ma le condizioni contrattuali sono anche più precarie e i compensi inadeguati rispetto ai colleghi maschi.
    Secondo i dati dell'assessorato regionale al Lavoro, più di sei donne su dieci sono occupate, dato che pone l'Emilia-Romagna oltre l'obiettivo previsto per il 2010 dagli accordi europea per l'occupazione di Lisbona. Tuttavia, le donne che lavorano, anche in Emillia-Romagna, hanno condizioni contrattuali più precarie degli uomini, che arrivano a condizioni stabili di lavoro intorno ai 30 anni, mentre per le colleghe i tempi della precarietà si allungano di un altro decennio. E, soprattutto, a parità di condizioni contrattuali e di responsabilità, le donne guadagnano circa il 27% in meno dei colleghi maschi, se sono dipendenti, il 40% in meno se sono autonome. Inoltre, la realizzazione professionale, quando c'è, non comporta una redistribuzione del lavoro a casa. Risultato: le donne oggi lavorano complessivamente otto ore in più degli uomini dell'arco della settimana Per questo tra gli obiettivi specifici che la Regione Emilia-Romagna ha individuato ci sono le azioni per dare sostegno al lavoro femminile e per un migliorare l'accesso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro. City


    FONTE: http://city.corriere.it/news/articolo.php?...46&id_testata=6

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    Edited by Davide.4. - 31/10/2007, 21:37
     
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    che palle! Sempre le solite solfe e i solti piagnucolii...
    scusami Davide se intervengo sempre ma è più forte di me!
     
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  9. Davide.4.
     
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    Quote rosa

    Le donne sono sempre state protagoniste della letteratura, prima ancora di farla in prima persona, come oggetto della scrittura maschile.
    Fortunatamente, i tempi sono cambiati e ci sono delle validissime firme femminili che hanno dimostrato la loro abilità con la penna, quanto e più dei colleghi maschi e offrono un punto di vista da non trascurare. È proprio questo punto di vista femminile il filo conduttore del libro Quote rosa. Donne, politica e società nei racconti delle ragazze italiane. Sedici
    Le donne sono sempre state protagoniste della letteratura, prima ancora di farla in prima persona, come oggetto della scrittura maschile.
    Fortunatamente, i tempi sono cambiati e ci sono delle validissime firme femminili che hanno dimostrato la loro abilità con la penna, quanto e più dei colleghi maschi e offrono un punto di vista da non trascurare. È proprio questo punto di vista femminile il filo conduttore del libro Quote rosa. Donne, politica e società nei racconti delle ragazze italiane. Sedici scrittrici, sedici donne tra i venti e i quarant’anni che raccontano le loro esperienze nel mondo della scrittura, del lavoro, della sessualità, dei rapporti familiari e sociali. Si potrà dire che è un punto di vista unilaterale, ma viene presentato un mondo che, pur essendo lo stesso, appare sotto una luce speciale: raccontare le donne nell’Italia di oggi. Questo progetto di una raccolta tutta al femminile è nato da un’idea di Gianluca Morozzi e Grazia Verasani per la casa editrice Fernandel.
    Qualcosa di intelligente da leggere o regalare l’8 marzo, per rendersi conto che le difficoltà delle donne sono comuni eppure sempre speciali e ogni scrittrice del libro ha visto le cose da un punto di vista anche un po’ nostro.

    Raimonda Granato

    08\03\2007


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    Edited by Davide.4. - 31/10/2007, 21:38
     
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    Si, come no!
    Infatti Manzoni, Foscolo, Baudelaire, Leopardi, Petrarca, erano tutte donne....
    Articolo alquanto ripetitivo a dire il vero, non che denoti grandi abilità editoriali da parte di una tipica donna omoerotica...
     
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  11. Davide.4.
     
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    L'UOMO E' FEMMINA

    L’osservazione dei corpi mette già in buona evidenza che il maschio è una femmina modificata, cioè adattata alle esigenze della specie. Le recenti scoperte sul cromosoma y, che determina il sesso maschile, indicano il peso molto modesto che caratterizza questo gene.
    Il maschio, in tutte le specie evolute, è una variante di servizio che la natura ha reso indispensabile per permettere che nascano esseri preservati da quel decadimento che si avrebbe se le specie più complesse si riproducessero per partenogenesi.

    Sarebbe interessante se fra i tanti congressi mondiali che si tengono con un certo risalto, saltasse fuori -in forma quanto più asettica e sobria possibile- l’affermazione di cui sopra.

    Fatta passare dai media con visibilità netta, ma inizialmente senza titoli eclatanti, avrebbe un forte impatto sulle varie prevaricazioni sociali e religiose in atto, rendendo probabilmente più facile il cammino verso una banale emancipazione, che attribuisca una più equilibrata importanza al sesso, spostando verso le teste un incentivo per farle funzionare un po’ meglio.

    Andrebbe aggiunta una considerazione antropologica: mentre i maschi si dedicano ai giochi bellici e di potere (peraltro utili a selezionare validi partners), le femmine si occupano di qualcosa di ben più essenziale, cioè sostenere tutta la biologia della specie, dalla crescita alla nascita e oltre.

    Se ora la sociologia e la tecnica rendono tale funzione meno pregnante, è ovvio che le risorse libere vengano utilizzate appieno a vantaggio di tutti.

    21\03\2007


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    Edited by Davide.4. - 31/10/2007, 21:39
     
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    Beh, questo è vero, ma se vogliamo essere corretti il cromosoma y è dominante, questa è una cosa da precisare!
    Davide dimmi se ti rompo coi miei commenti, è che mi piacciono le tue ricerche e mi piace commentare gli articoli di propaganda.
    Ma se ti do fastidio non intervengo più!
     
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  13. Davide.4.
     
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    La festa delle donne

    (www.dilloadalice.it)

    Cara Alice,

    ora che si sono spenti i clamori e le luci del circo mediatico sull'argomento "Festa delle donne" e temi correlati, almeno fino all'8 marzo prossimo venturo, vorrei registrare alcune osservazioni oggettive e soggettive.

    Da un recente sondaggio telefonico, condotto dall' ISTAT, su commissione del ministro Pollastrini, su un campione di 25mila donne dai 16 ai 70 anni, è risultato un catalogo degli orrori e delle miserie di violenze fisiche, sessuali e psicologiche, sistematicamente perpetrate su mogli, fidanzate, famigliari, lavoratrici, casalinghe e studentesse, dai vari partners e dai datori di lavoro. Nella stragrande maggioranza dei casi, questi soprusi non vengono denunciati; del resto, come fanno notare l'avvocato Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker, fondatrici dell'associazione "Doppia Difesa", in Italia i processi penali durano anni, per cui la denunciante dovrebbe convivere col denunciato, nel frattempo, od andarsene di casa o dal posto di lavoro. Addirittura, per nascondere i segni evidenti di certe aggressioni, si ricorre alle giustificazioni del tipo "Ho urtato contro uno spigolo", "Sono scivolata dalle scale", fino al recente"E' stato il tappo dello champagne", come si legge nello spot di MacCann-Erickson, commissionato sempre dal ministro Pollastrini.

    A questo proposito, come ha fatto notare anche il presidente Napolitano, solo uno sparuto drappello di "elette" siede al Parlamento italiano. Qui da noi, come nel resto del mondo, occorre un impegno collettivo, forte e condiviso, di educazione al rispetto per l'altra metà del mondo da parte dell'universo maschile. Solo da un secolo o poco più, anche nel mondo occidentale, le donne hanno intrapreso, a fatica, la scoscesa salita che porterebbe alle pari opportunità con gli uomini in ogni campo della vita sociale e politica.

    Velata e negata in Oriente, spogliata e mercificata in Occidente, abusata un po' dovunque, urbi et orbi, la donna continua a tacere ed a subire, in silenzio, come se la sua condizione di subordinazione fosse una legge codificata da milioni di anni, irreversibile ed ineluttabile, come il Fato degli antichi Greci. Ci sono stati rari casi di coraggiose denunce, come, nel mondo dello spettacolo, quelle di Tina Turner, Farah Fawcett, Otis Carrè; oppure il caso di quella giornalista svedese della TV, Marie Carlshamre, che un giorno si presentò sul piccolo schermo, dichiarando agli spettatori che quello che vedevano era il volto di una donna calpestata. Ma è poca cosa, anche di fronte al fatto che, nell'universo di 800 milioni di analfabeti, oltre due terzi sono donne, e che sono state registrate 60 milioni di "desaparecidas" nel mondo, vittime di vendette familiari e tribali. Mi chiedo il perchè di questa inerzia femminile nel ribellarsi alle sopraffazioni, all'arroganza, alle vessazioni millenarie di tanti maschi; vorrei qualche risposta, un parere, una testimonianza.

    Non risponderanno certo i vari monsignori vaticani, per i quali le uniche donne da nominare, oltre l'outsider Maria, Madre di Cristo, sono S. Maria Goretti e suor Lucia Dos Santos. E nemmeno sociologi come Briatore, Lele Mora, Corona, Maurizio Costanzo o neofemministe celebri, del tipo di Alba Parietti, Flavia Vento, Valeria Marini, Ramona Badescu, Letterine, Veline e Cretine dei vari reality-shows.

    Questa gente, indirettamente o direttamente, accetta e prospera sulla situazione attuale, ci campa comodamente per decenni, almeno finchè le signore succitate non si dovranno arrendere alla comparsa di rughe invincibili, di una cellulite troppo invasiva o di fronte allo sfinimento e sfaldamento, causato dall'età e dall' azione della forza gravitazionale, dei seni rifatti e dei glutei rimodellati.

    Franco Bifani

    13/03/2007


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    Giubizza

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    Beh, questo è vero, ma se vogliamo essere corretti il cromosoma y è dominante, questa è una cosa da precisare!
    Davide dimmi se ti rompo coi miei commenti, è che mi piacciono le tue ricerche e mi piace commentare gli articoli di propaganda.
    Ma se ti do fastidio non intervengo più!

    Scherzi. Voglio conoscere le vostre opinioni.
    Giubizza commenta quanto vuoi.

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    Edited by Davide.4. - 31/10/2007, 21:40
     
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  14. Davide.4.
     
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    Dal ministero un piano per promuovere salute delle donne

    08 MAR - Uno “spazio adolescenti” all’interno dei consultori familiari, “sportelli dedicati” contro la violenza sulle donne su tutto il territorio nazionale a cominciare dai Pronto soccorso, più tempo a casa per le mamme di figli prematuri, educazione alla genitorialità, campagne di prevenzione mirate sui tumori femminili, reparti di oncologia col “bollino rosa”. Sono alcune delle proposte che il ministro della Salute, Livia Turco, ha inserito nel nuovo Piano per la promozione e la tutela della salute delle donne e dei bambini presentato ieri a Napoli, nell’ambito del convegno nazionale “Alla salute delle donne”, promosso dal ministero della Salute.
    Il ministro ha presentato il Piano nel corso della tavola rotonda conclusiva del convegno, alla quale hanno partecipato anche il ministro per la Famiglia Rosy Bindi, il sottosegretario al ministero per le Pari Opportunità Donatella Linguiti, il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, il sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino. Ha coordinato i lavori Maura Cossutta, consigliere del ministro della Salute.


    “Vogliamo fare della salute delle donne un vero e proprio paradigma del livello di civiltà, democrazia e sviluppo del Paese - ha detto Livia Turco - Il piano di azioni che abbiamo predisposto parte dalla consapevolezza che il diritto alla salute delle donne è il diritto forte che promuove e tutela tutti gli altri diritti, sociali, civili e politici”.

    “Non è pretestuoso parlare oggi di donne e salute - ha aggiunto il ministro – in quanto è proprio la condizione femminile a meglio illuminare, nella nostra Italia, le disuguaglianze e le falle del sistema sanitario nazionale. Un sistema che vogliamo, con la massima priorità politica, rendere più equo, universalistico e solidale”.

    Secondo il ministro, “bisogna dire basta all’uso improprio degli ospedali, alle appartenenze politiche che contano più delle competenze professionali, all’eccessivo ricorso ai cesarei, all’assenza di una linea di continuità tra gravidanza, parto e puerperio”.

    Partendo da questi presupposti, Turco ha lanciato la proposta di un “patto per la salute delle donne”, con l’obiettivo di rendere più efficiente la Sanità in Italia, dove ‘efficienza’ significa “spendere bene, al meglio, le risorse pubbliche disponibili, secondo criteri di competenza e non di appartenenza”.


    Nel Piano elaborato dal ministero si osserva come "ai consultori, ai centri dell'associazionismo femminile e del volontariato sociale arrivino donne che hanno già deciso di chiedere aiuto per uscire da un legame violento, mentre al pronto soccorso di un ospedale arrivano donne diverse ancora incapaci di dare un nome a ciò che è avvenuto". "Donne - afferma il documento . che si nascondono dietro storie di improbabili cadute accidentali o di incidenti domestici contro spigoli di porte o di altri eventi altrettanto inverosimili; donne che non riuscirebbero a pronunciare la parola violenza sessuale per descrivere rapporti subiti dopo minacce o percosse". Una volta riconosciuto che quella donna ha un problema più ampio rispetto alla ferita o alla malattia per cui si è rivolta ad un servizio sanitario, gli sportelli serviranno quindi a fornire tutte le informazioni necessarie; integrarsi con i centri di soccorso per la violenza sessuale; aiutare le straniere nella loro lingua.


    Contemporaneamente, il progetto prevede una serie di azioni a sostegno degli adolescenti che si inquadrano anche nella promozione, qualificazione e rilancio dei consultori. Il progetto prevede corsi di informazione ed educazione coordinati con le scuole; la possibilità nello spazio giovani del consultorio di approfondimento a livello individuale e/o per piccoli gruppi agli stessi studenti coinvolti nei corsi di educazione alla salute effettuati presso le scuole; incontri con genitori degli alunni delle scuole elementari e medie, sulle problematiche della sessualità in età adolescenziale e più in generale, incontri di formazione-informazione per rendere gli adulti più consapevoli ed informati delle problematiche proprie dell'adolescenza. D'intesa con il ministero della Famiglia, poi, si promuoverà l'educazione alla genitorialità, la prevenzione delle cause dell'aborto attraverso lo sviluppo dell'informazione e dell'educazione alla procreazione responsabile, la presa in carico delle gravidanze e maternità delle donne in particolari situazioni di disagio.

    08\03\2007


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    Aspettativa di vita in Italia

    Maschi: 77 anni
    Femmine: 83 anni

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    Le donne sono in festa?

    Gli uomini non vogliono un secolo al femminile

    Partiamo dal fatto che non so esattamente quante donne si sentano in “festa” oggi... Perciò, gineceo all’ "ascolto” e uomini vecchio stampo aprite bene gli occhietti perché si illustreranno qui i risultati di un sondaggio alquanto interessante condotto da Meetic (azienda europea del dating on line) sul ruolo della donna nel 21° secolo. Le domande sono state poste ad un ampio campione (circa 6200 persone single) in tutta Europa. La domanda di fondo che serpeggia è: c’è davvero una nuova tendenza nella società? Ossia: il potere è donna?

    Un elemento interessante a riguardo è l’analisi dei risultati circa il ruolo delle donne nella coppia (fatta o da farsi): come viene giudicata una donzella che fa “il primo passo”? In questo campo le delimitazioni sociali si sono ampiamente indebolite, la donna che si propone è una nuovo trend, anche se una differenza in Europa c’è: le donne latine continuano a sostenere che dovrebbe essere l’uomo a fare la prima mossa mentre nei paesi più “freddi” (la Germania per esempio) ecco che questa idea viene ritenuta antiquata. E gli uomini come la prendono? Detronizzati a forza dal loro ruolo sulla scacchiera della seduzione? Per niente. Forse la pigrizia ha la meglio tanto che gli aggettivi più ricorrenti a riguardo sono “seducente”, seguito da “naturale “ e “normale”. Insomma un non troppo velato “Fate pure, anzi meglio così!”

    Ma lasciamo stare i sentimenti, le coppie e la fiera della seduzione, parliamo di ruoli di potere veri, parliamo delle donne “capo”: dalla maggior parte delle risposte, secondo l’analisi del sondaggio, si evince che le donne sono trattate pariteticamente rispetto ai colleghi uomini, sono pagate tanto quanto loro e, anzi, l’uomo tipo del sondaggio, non avrebbe nessun problema a guadagnare meno di una fanciulla. In Italia il 70% degli uomini pensa che le donne siano pagate come loro e lo stesso per il 64% del gentil sesso, in Francia invece le donne (57%) lamentano uno stipendio più basso.
    Ma le donne al comando? In tutti i paesi i single sono favorevoli alle donne in posizioni di spicco (addirittura in Italia siamo al 94,2 %...). Le dotti riconosciute alle donne sul lavoro sono l’organizzazione, la capacità deduttiva (sic), e il sapere ascoltare, mentre tra i difetti troviamo la mancanza naturale di autorità e di flessibilità.

    Insomma una situazione positiva! Finalmente nessuno (o quasi) vede più la donna a casa sommersa da una catasta di panni, o immersa nei miasmi del minestrone. Ma alla fine, ecco la sorpresa, il dato che mi lascia perplessa: gli uomini sperano che il 21° secolo non sia al femminile ( in Italia la percentuale è del 43,7%). Allora bisogna dedurne che le risposte precedenti erano solo un buon esercizio di Politically Correct?

    di Federica Giordani

    08/03/2007


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    Roma in rosa, anche in politica

    Record di donne che lavorano

    Il sindaco Walter Veltroni ha regalato alle detenute di Rebibbia un albero di mimose. E la città pullulava ieri di convegni, dibattiti, riflessioni, mostre, dedicate alla condizione femminile. Ma il vero omaggio che Roma fa all'8 marzo sono i numeri: quelli delle donne in politica e al lavoro.
    La componente femminile del mercato del lavoro a Roma registra una situazione decisamente migliore rispetto a quella del resto del Paese, con un tasso di occupazione nettamente più alto di quello nazionale (41,1% contro il 34,1%) e un tasso di disoccupazione relativo pari al 7,9% contro il 10,1% del totale nazionale. Basti pensare che se si considera la sola fascia di età tra i 35 e i 44 anni, le donne che non lavorano rappresentano il 26,8% del totale nel Comune di Roma, mentre sfiorano il 40% nel totale nazionale. E ci sono sempre più imprenditrici: anche nel mercato dell'agricoltura sono passate da 67mila a oltre 73mila le aziende guidate da donne. E anche nella politica romana i numeri parlano: quando ieri Mariella Gramaglia è uscita dalla giunta capitolina come assessore alle Pari opportunità, ha fatto posto a un'altra donna, Cecilia D'Elia, mantenendo così inalterata la quota del 40% di presenze femminili tra i dirigenti del Comune di Roma. La giunta capitolina infatti è composta per quasi metà da donne e su 260 dirigenti comunali, 100 sono donne: "È un comune - ha sottolineato il sindaco Walter Veltroni - che è sempre più rosa e sempre di più lo sarà in futuro''. V.S.


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    Edited by Davide.4. - 31/10/2007, 21:43
     
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    CITAZIONE (Davide.4. @ 31/3/2007, 19:58)

    Solite solfe, ovviamente. Abbastanza d'accordo per l'oriente ma meno, molto meno oer l'occidente. Le donne mercificate si fanno mercificare loro per guadagnare e farsi strada nel mondo a loro congeniale: quello dello spettacolo!
    Per la questione del parlamento, della politica e della società in generale, devono essere le donne a darsi da fare, e quindi che trovo puerile il continuo appellarsi alla società civile.
    Non c'è più ormai, per fortuna, nessun impendimento per le donne a esprimersi in ogni campo sociale, se non lo fanno è perché evidentemente non sono interessate.
    Non possiamo farci niente se le donne preferiscono fare le veline anziché occuparsi di politica, quindi finiamola con queste solite solfe inutili!
    Per la violenza esiste anche quella femminile, non pare proprio che le deità in terra donne siano poi tanto "dolci" e "compassionevoli" come la propaganda rosa vuol far credere!
    Per le violenze, mamma mia quanto sia bruti tutti noi uomini... azz no, scusate, volevo dire noi maschi!
     
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