ROMA, 730 ac: Il ratto delle Sabine

La cultura occidentale

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  1. TullioConforti
     
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    Racconta la leggenda che quando i romani rapirono le sabine, l'Italia centrale stava per essere sconvolta dalla guerra. I probi sabini rivolevano le loro figlie e le loro fidanzate - i romani avevano avuto il buon gusto di prendersi soltanto le fanciulle vergini, riconoscibili per un particolare tipo di acconciatura - ed erano disposti a morire pur di cancellare l'onta di quel terribile disonore.
    Allora furono le donne che evitarono la strage: si misero in mezzo ai contendenti ed usarono l'arma della ragione per convincere i sabini che i romani, ormai, erano i loro mariti e loro non volevano diventare vedove prima del tempo. I romani, da parte loro, giurarono agli arcigni padri sabini che in quella Roma nuova di zecca, le ragazze sarebbero state trattate meglio delle principesse. Addirittura, promisero i romani, le donne sabine non sarebbero mai state costrette a passare il tempo davanti ai fornelli.
    In questa leggenda e' possibile rintracciare l'origine di uno stereotipo: quello del cuoco rubicondo e con il cappello bianco - una maschera incarnata dal misterioso cuoco Apicio dalla Roma tardo imperiale - che quando si parla di alta cucina, e' sempre rigorosamente maschio.Le leggende contengono sempre una morale. E la morale della leggenda del ratto delle sabine e' questa:i romani promettono qualsiasi cosa alle loro future mogli. Quello che non si sognano di promettere, pero' e' che loro, le proprie donne, non le avrebbero mai ammazzate. Il primo uxoricida della storia di Roma, si chiamava Egnazzo Metennio ed agi' poco dopo che, grazie al ratto, Roma era stata popolata. Egnazzo Metennio, quando sorprende la moglie a bere del vino di nascosto, prende e la fa fuori a bastonate. Trascinato davanti ad un tribunale, il suo atto viene considerato perfettamente legittimo e Metennio non viene assolto da un giudice qualunque, ma da Romolo in persona.
    Certo si puo' pensare che, da allora, di acqua sotto i ponti del Tevere ne e' passata tanta, e che i costumi, oltre che le leggi, siano cambiati in maniera radicale. Non e' cosi'. Il diritto infatti, fu un'invenzione capace di sopravvivere molto piu' a lungo dello stesso impero romano d'Occidente. Infatti il codice civile del 1942 aveva ribadito i principi di quello del 1865, in cui si diceva che l'istituto familiare restava fondato sulla napoleonica "potesta' familiare": la moglie obbligata a seguire la condizione civile del marito, ad accompagnarlo ovunque egli ritenesse opportuno fissare la residenza, esclusa da qualsiasi decisione patrimoniale che pur la riguardasse, era in particolare punibile se adultera (per il marito questo reato non era previsto) e le si sequestravano addirittura i beni dotali se abbandonava il tetto coniugale. Per quanto riguarda i delitti e le pene, il codice del 1930 aveva concesso, a chi cagionasse la morte della moglie, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scoprisse illegittima relazione carnale, fortissimi sconti di pena, che consentiva delitti a bassissimo costo.
    Tornando alla madre di tutte le vittime della violenza domestica, secondo lo stesso padre fondatore di Roma, il divino Romolo, la colpa della moglie di Metennio, destinata a proiettare la sua ombra sui millenni a venire, era gravissima: mettere bocca al nettare degli dei diventava quasi un sacrilegio se l'ubriacona era una donna, e se in piu', i beveraggi clandestini intaccavano seriamente il patrimonio del padrone di casa.

    Questi sono i fondamenti giuridici su cui si basa la nostra societa' occidentale. Lo stravolgimento di questi principi e' avvenuto in epoca recentissima, circa 40 anni or sono.

    Mentre conosciamo bene dove i nostri originari principi ci hanno condotto e cioe' nella consapevole e tecnologica civilta' moderna in cui viviamo, nessuno sa dove ci condurranno questi nuovi principi innaturali, basati sul femminismo. Peraltro molto recenti.

    (voto alle donne in Italia: 31 Gennaio 1945, prima non avevano mai messo becco in questioni di politica, oggi andiamo verso le "quote")
     
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  2. teenspirit83
     
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    va bè non è che era giusto che le donne fossero così diversamente viste nella società.
    io sono per la parità e l'uguaglianza, a condizione però nessuno se ne debba approfittare.

    osservazione : già all'epoca gli uomini (sebbene machi guerrieri valorosi e non mammoni viziati e grassi come gli attuali) pagavano una alto prezzo pur di avere le donne intorno.
     
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  3. TullioConforti
     
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    Neanche io dico questo, tu sei per la parita', forse anche io, anche se ci dovrei pensare, ma loro sicuramente no.
    Detestano l'uomo debole, e finche' hanno l'impressione di vederlo cedere davanti a loro lo incalzano, per vedere dove arriva. In realta' e' un comportamento che deriva dalla naturale attitudine della donna a riprodursi con un maschio dominante, ed a smascherare le debolezze dell'uomo. Per questo disprezzano il maschio femminilizzato che le asseconda nelle loro pretese.
    Loro non hanno la stessa percezione che hai tu od io della parita'. La donna non vive la sua condizione come una condizione umiliante, nemmeno nei paesi islamici, nemmeno le donne dei talebani quando hanno avuto la possibilita' hanno voluto togliere il chador.
    La donna dove la metti sta.
    L'importante e' che non te la dai in fronte..:-))
     
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  4. silverback
     
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    CITAZIONE (TullioConforti @ 21/7/2007, 18:46)
    Loro non hanno la stessa percezione che hai tu od io della parita'.

    Vero.


    CITAZIONE
    Detestano l'uomo debole,

    Verissimo.

    Diciamo pure che le femmine sono tutto e il contrario di tutto.
     
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  5. teenspirit83
     
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    a sto punto : vogliono tutto e il contrario di tutto, visto che hanno creato una società indeboli-uomini e poi però detestano i prodotti della loro invenzione.
     
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    Lupus in fabula

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    A mio personalssimo parare, la storia della parità è una enorme boiata; come disse qualcuno "gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare". Prima di tutto mi si dovrebbe dire cosa si intende per "parità", poi mi si dovrebbe dire se è possibile tra due esseri diversi come uomo e donna.

    E' fumo negli occhi, è un modo per confondere le acque e poi fare quel che lor signori vogliono fare, avete ben ragione a dire che la donna ha approfittato della situazione.

    Qui prodest? A chi giova ?
    Non so, mi limito a rilevare come l'occidente non abbia più da tempo il problema dello sviluppo demografico selvaggio. Mica è poco.
     
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  7. teenspirit83
     
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    la mia idea non è di una parità nel trattamento dei due sessi, ma nei risultati che il trattamento fa ottenere.
    andrebbe fatto un lavoro di collimatura delle regole basandosi su stime di questi risultati attesi e osservazioni sui risultati reali riscontrati.
    in sintesi : non leggi uguali, ma leggi diverse che portano a vivere in condizioni che fanno un conto pari di vantaggi e svantaggi per ciascuno dei sessi.
     
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6 replies since 21/7/2007, 13:39   356 views
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